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Cosa ne penso di … il libro “The gallant Edith Bratt”

Cosa ne penso di … il libro “The gallant Edith Bratt”

The Gallant Edith Bratt Non sono in grado di dare un giudizio netto su questo libro, che ho trovato abbastanza scorrevole. Ma che analizza solo fino al 1919.

Qui, nella pagina dell’editore, potete trovare l’indice

Da un lato ho apprezzato che si parli di Edith Bratt, l’analisi sociologica per capire che tipo di infanzia possa aver avuto – come figlia illegittima – che si mia messo in luce che aveva una rendita che le permetteva di essere finanziariamente indipendente. Ho trovato molto interessante l’accenno al fatto che potrebbe aver dovuto evitare la vita sociale a Oxford per evitare domande sulla sua famiglia d’origine (quali “che lavoro fa tuo padre?” ). Ho apprezzato che sia sottolineato quanto Edith abbia aspettato Ronald, anche dopo che lui la ricontattò e lei sciolse il precedente fidanzamento, che siano mostrate le peregrinazioni per seguire il marito convalescente dalla febbre da trincea.
Interessante anche la critica alla Biografia di Carpenter, “allineata” ai desideri (probabilmente in gran parte legittimi, a mio parere) di Christopher

Dall’altro non mi sono piaciute le “interpretazioni” dei disegni di Tolkien. Tutte plausibili e verisimili. Ma ci hanno visto ciò che c’era o ciò che ci hanno voluto vedere? Solo Tolkien saprebbe dircelo.
Non ho apprezzato molto la gran quantità di ipotesi, benché quasi sempre fondate e verisimili, su tanti aspetti della vita di lui, della vita di lei o della vita della coppia.
Non ho apprezzato per nulla le conclusioni, che considerano la biografia di un autore parte essenziale per capire l’opera. Per me può essere utile, ma è l’opera a dover essere analizzata.

Infine non riesco a decidermi se considerare inutile o dannosa l’appendice sul, sanscrito: in queste 4 pagine ci sono risposte agli argomenti di uno studioso che afferma (se ho ben capito) che Tolkien non conoscesse bene il sanscrito.
A fronte di poche righe nel testo in cui la conoscenza di Tolkien del sanscrito viene data per sicura.

Consigliarlo, quindi? Onestamente … boh, forse sì
Lo trovo utile ma certamente non indispensabile.

Mi piacerebbe sentire le opinioni di altre persone che lo abbiano letto. Se volete, scrivetele nei commenti

Racconti Incompiuti, Ritrovati, Perduti … ma quanti sono?

Racconti Incompiuti, Ritrovati, Perduti … ma quanti sono?

I Racconti Incompiuti sono un insieme di testi interrotti (da qui il nome) ma tutti molto interessanti. Come anche le note che li accompagnano

I Book of Lost Tales I & II  (in italiano Racconti Ritrovati e Racconti Perduti) sono i primi due volumi dei dodici della History of Midlle Earth, insieme di “versioni precedenti”, “versioni abbandonate”, riscritture e brani sparsi riguardanti gli scritti pubblicati, insieme a un corposo apparato di note. Sono, in sintesi, la prima versione (del 1917-27 circa) delle storie pubblicate postume nel Silmarillion

Una descrizione più articolata la potete legge in questo articolo del sito dell’Associazione Italiana Studi Tolkieniani

Cosa ne penso di … Il libro: “Aragorn, J.R.R. Tolkien’s Undervalued Hero” di Angela P. Nicholas

Cosa ne penso di … Il libro: “Aragorn, J.R.R. Tolkien’s Undervalued Hero” di Angela P. Nicholas

Aragorn: J. R. R. Tolkien's Undervalued Hero
Aragorn: J. R. R. Tolkien’s Undervalued Hero

Lo considero un buon libro – diciamo 7,5-8 su 10

Concordo completamente con Christina Scull che, nell’introduzione (Foreword) al libro scrive:

“It is not that she reveals unknown facs or makes some new interpretation, but rather, in an admirarly readable and through manner, by means of a careful and detailed analysis of Tolkien’s text as it relates to Aragorn, his interacrion with others, and his response to events, she uncover aspectsof the character which may not be immediately apparent to readers.”

Non sono d’accordo con tutte le sue affermazioni – ma mi pare di essere in disaccordo su piccolezze – ma sottolineo come tutte le sue deduzioni e analisi sono basate sul testo di Tolkien. Inoltre è un libro che da da riflettere sui passi di Tolkien: il che è sempre un bene, per me.

Inoltre, nel complesso, è facile non notare sotto quanta costante pressione sia Aragorn nel libro, come metta sempre davanti il benessere degli altri al proprio (pensiamo a quando, dopo la battaglia davanti a Minas Tirith va a curare Faramir, Eowyn e Meriadoc, senza nemmeno mangiare un boccone o riposarsi un paio d’ore), quando anteponga il bene comune al suo legittimo desiderio di diventare re di Arnor e Gondor e sposare Arwen.

Infine come dimenticare l’importanza del suo aver costantemente “attratto” fuori da Mordor l’attenzione di Sauron rendendolo “cieco” alla presenza di intrusi (Frodo & Sam) proprio a un passo da Barad Dur?